Intervista WAITHERO – Gianandrea Siccardi

Ho frequentato la SAA School of Management dal 2007 al 2010, e ancora oggi ho dei ricordi bellissimi di quel periodo.
Dal rapporto diretto ma sempre rispettoso tra docenti e studenti, al modello educativo dove gli studenti non si limitano a frequentare le lezioni, ma vivono e partecipano a tutta una serie di attività sociali, che ne completano la crescita personale e professionale. Ed è stato
proprio tra quelle mura dove sono iniziati gli studi di management e comunicazione che mi hanno portato a dar vita a WaitHero, la
startup che vuole supportare la digitalizzazione della ristorazione.

L’ambiente universitario ha avuto un ruolo fondamentale nella preparazione delle mie competenze, rendendo sempre possibile l’approfondimento dei miei interessi, grazie alle numerose conferenze e i diversi stage lavorativi che offre, i quali mi hanno concesso di comprendere ed orientare al meglio i miei progetti futuri.

In relazione al periodo universitario, va sottolineata la grande componente che riguarda l’insegnamento didattico offerto, che mi ha permesso di acquisire le conoscenze necessarie in vari ambiti che spaziano dall’economia, alla finanza, al diritto. La concorrenza nel mondo nel lavoro è tanta, per questo la poliedricità dei corsi seguiti in SAA ha contribuito allo sviluppo di hard skills e soft skills che nell’ambito dell’imprenditorialità sono sempre più richieste.

Grazie all’efficienza del centro linguistico e alla presenza di docenti madrelingua, al termine dei tre anni la mia conoscenza dell’inglese e dello spagnolo era ottima. Padroneggiare una o più lingue straniere è la base, ed ora è diventata quasi una prerogativa di qualsiasi lavoro, soprattutto per quanto riguarda l’interazione con mercati internazionali, inoltre è rilevante se si vuole ottenere un vantaggio sulla concorrenza. Oltre alla lingua, oggi è fondamentale avere anche delle conoscenze informatiche di base. La trasformazione digitale che stiamo vivendo richiede sempre di più la capacità di utilizzare programmi Office come Word ed Excel per aumentare l’efficienza e ottimizzare il lavoro, e i corsi di Informatica e Tecnologie Web mi hanno permesso di apprendere i principali linguaggi di programmazione con cui inizialmente ho creato il database per l’applicazione di WaitHero.

Per quanto riguarda le soft skills, i corsi di Ragioneria e Controllo di Gestione hanno contribuito a sviluppare in me un forte pensiero critico e analitico, componenti fondamentali per valutare il successo o le eventuali criticità di una startup. Essere in grado di analizzare i meccanismi che stanno dietro a fatti complessi, saper valutare le diverse situazioni e trovare delle possibili soluzioni per prendere la decisione più giusta, sono componenti di vitale importanza per un manager e per un CEO, talvolta è un’attitudine personale innata, ma attraverso l’esercitazione e il lavoro sul campo si è in grado di sviluppare un pensiero critico autonomo, permettendo di valutare i pro e i contro di un’opzione in modo accurato, senza il bisogno di una supervisione.

Tra le soft skills più richieste nel mio lavoro vi è senza dubbio la leadership, fattore di successo per riuscire a coordinare le attività di un team sapendo esaltare le qualità di ciascun membro per essere un buon leader. Durante gli anni di università diversi corsi prevedevano lo svolgimento in gruppo di alcuni lavori, e in queste occasioni ho compreso quanto mi piacesse organizzare il tempo e gli obiettivi di un gruppo in maniera efficace ed efficiente, ponendo l’accento sulla gestione ottimale di questi due elementi. Alla base di questa competenza deve comunque esserci una propensione all’ascolto, perciò bisogna anche essere in grado di fare team working.

La SAA non mi ha trasmesso unicamente un bagaglio di conoscenze, è stata anche il luogo dove si sono create amicizie importanti e che ancora oggi esistono, e sono presenti nella mia attività. La mia era una classe di 30 persone, perciò rispecchiava un ambiente simile quello delle scuole superiori, più famigliare, dove si interagiva quotidianamente gli uni con gli altri.

Oltre a me, i primi a credere nell’idea di WaitHero sono stati proprio i miei ex-compagni della SAA, ed è stato proprio con uno di loro, Andriy Dovzhenko, che è nata quest’idea: lui da ristoratore ha pensato ad un modo per semplificare il lavoro dei camerieri e ottimizzare l’attività all’interno dei locali, io da programmatore alle prime armi, ho ideato un prototipo di database che potesse aiutarlo parzialmente, il risultato più tecnico ed elaborato oggi si chiama WaitHero. Sono rimasto a stretto contatto anche con Carlo Iglina, che è investitore e Head of Logistic in WaitHero, oltre che con Gianluca Polignano, Alessio Taglia e Luca Serra, anche loro investitori.

Recentemente, grazie alla prof.ssa Cavallo e il servizio di Job Placement, ho collaborato per tre mesi con sei giovani studentesse del terzo anno, due studentesse e uno studente del master di primo livello con i quali sono entrato in contatto, e che hanno deciso di svolgere il loro tirocinio curriculare presso WaitHero.

Secondo me questo è il valore aggiunto che contraddistingue la SAA, ovvero il rapporto che si instaura durante il periodo da studente e
che si protrae in futuro, e che permette, come in questo caso, a noi ex-studenti di ricercare figure giovani da inserire nelle nostre attività lavorative e di offrire questa opportunità, a chi come noi ha iniziato a costruire il proprio percorso dalla SAA.

Come ultima considerazione, se posso dare un consiglio agli attuali e futuri studenti SAA, l’invito è certamente quello di fare più esperienze possibili e abbracciare qualsiasi opportunità l’università vi offra, è importante mettersi in gioco, entrare a far parte di nuovi network di relazioni, uscire fuori dalla vostra zona di comfort. E non abbiate paura delle difficoltà che  potreste riscontrare durante i vostri studi o nel vostro quotidiano, perchè spesso nascondono delle opportunità che neanche immaginate.

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“Ed è stato proprio tra quelle mura dove sono iniziati gli studi di management e comunicazione che mi hanno portato a dar vita a WaitHero, la startup che vuole supportare la digitalizzazione della ristorazione”

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